Stepchild Adoption: che cosa é e perché se ne parla

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Si discute tanto di “Stepchild adoption”, letteralmente “adozione del figliastro”, ma cos’è questo istituto?
Perché è salito alla ribalta parlando di unioni civili?
Si tratta della possibilità di adottare il figlio, biologico o adottivo, del proprio partner, possibilità già consentita dall’art. 44 della legge sulle adozioni n. 184/1983 per le coppie eterosessuali sposate.
Ora il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili omosessuali prevede all’art. 5 l’estensione della Stepchild adoption anche alle coppie dello stesso sesso, permettendo l’adozione del figlio del partner anche agli omosessuali.

Nel nostro ordinamento quest’estensione trova già un precedente nella rivoluzionaria sentenza del Tribunale minorile di Roma del luglio 2014 che ha consentito ad una donna omosessuale di adottare la figlia biologica della propria convivente concepita grazie alla fecondazione eterologa in Spagna.
Tante le polemiche e i dibattiti attorno all’art. 5 del disegno di legge: la norma dedicata alla Stepchild adoption rischia di affossare l’intera proposta di legge sulle unioni civili.
Si cerca allora di rendere più “soft” il testo in discussione al Governo ed in quest’ottica la minoranza cattolica del PD ha proposto un emendamento: trasformare la paventata Stepchild adoption nel più blando affido “rafforzato” prevedendo che i minori possano essere affidati al partner di un’unione civile omosessuale quando sono figli, anche adottivi, dell’altro partner e l’altro loro genitore biologico è ignoto, deceduto o decaduto dalla responsabilità genitoriale.
Cosa cambia? Che con l’affido non si diventa genitori ne si acquista la responsabilità genitoriale sul figlio del partner.
Al di là degli schieramenti politico-ideologici, i figli dei gay sono bambini come tutti gli altri con lo stesso diritto ad una famiglia.

Articolo pubblicato su ECO DI BIELLA 26 ottobre 2015


Scritto da Studio Avvocato Laura Gaetini

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