L’affidamento condiviso dei figli, anche detto affidamento congiunto, si basa sul principio di bigenitorialità. In caso di separazione legale dei coniugi o di divorzio, l’affidamento condiviso dei figli garantisce che sia la madre sia il padre possano effettivamente continuare ad esercitare la responsabilità genitoriale. Entrambi devono partecipare alla cura, all’educazione e all’istruzione dei figli e devono prendere insieme le decisioni di maggiore interesse per i figli. L’affidamento condiviso d’altra parte garantisce ai figli di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori.

Considerate queste premesse, in caso di allontanamento dei genitori, il giudice deve valutare come prima cosa la possibilità che i figli restino affidati a entrambi. Tuttavia deve pronunciarsi anche sulla residenza dei figli presso l’uno o l’altro genitore, sull’assegnazione della casa familiare e su tempi e modalità di visita dell’altro genitore.

Usualmente, i figli sono collocati presso la residenza della madre, a cui spetta quindi la casa familiare. Questo perché si è sempre ritenuto il ruolo materno più adatto e rilevante per la cura dei figli. Eppure alcuni Tribunali negli anni più recenti stanno prendendo le distanze dal criterio del collocamento prevalente in favore di una maggiore neutralità, proprio in virtù del principio di bigenitorialità. In casi come questo, la casa familiare resta al proprietario.

Se si procede con l’affidamento congiunto dei figli, entrambi i genitori hanno diritto a richiedere l’assegno familiare per il mantenimento ed è fondamentale trovare un accordo. Laura Gaetini e gli avvocati del suo studio legale affiancano le coppie in fase di separazione o divorzio per una gestione abitativa dei figli che metta la tutela dell’infanzia al primo posto.