Commette reato di maltrattamenti in famiglia colui che pone in essere condotte quali minacce, lesioni, atti di disprezzo, umiliazioni e privazioni nei confronti della vittima.
Con questa fattispecie viene protetto il legame giuridico che intercorre tra persone che appartengono alla stessa famiglia sia questa una coppia sposata o una di fatto.
L’autore del reato deve essere esclusivamente la persona che ha un particolare vincolo nei confronti della vittima: abbiamo quindi i maltrattamenti in famiglia quando il fatto è commesso nei confronti di figli, del genitore, del coniuge o di altri familiari conviventi.
Il rapporto di convivenza non è requisito essenziale, ma è necessario che vi sia un rapporto di “familiarità” reciproca.
La caratteristica dei maltrattamenti è di essere un “reato abituale”: questo vuole dire che i fatti acquistano rilevanza penale a seguito della loro reiterazione nel tempo.
I comportamenti oggetto del reato di maltrattamenti non devono per forza essere realizzati per un tempo prolungato, ma è necessario che vengano ripetuti nel tempo.
Tuttavia, due episodi individuali non vengono considerati sufficienti per integrare il reato poiché in tal caso non sussisterebbe la caratteristica dell’ “abitualità” che la norma richiede.
Reato di maltrattamenti in famiglia
I maltrattamenti in famiglia sono tra i reati più gravi che possano configurarsi in ambito familiare. Si tratta di un reato, previsto dall’art 572 cp.
Ma in cosa consistono?
I maltrattamenti in famiglia appartengono alla categoria dei reati contro la famiglia.
Bene giuridico da tutelare è l’integrità psico-fisica di persone facenti parte di contesti familiari o para-familiari.
E’ importante che la vittima proceda con una denuncia per maltrattamenti al fine di fermare l’autore del reato.
In cosa consistono le condotte
Il reato di maltrattamenti in famiglia consiste in comportamenti come quali minacce, lesioni, atti di disprezzo e umiliazione, ingiurie e privazioni nei confronti della vittima. Si tratta di un reato posto a tutela del legame che intercorre tra persone che appartengono alla stessa famiglia o hanno un vincolo assimilabile.
È un reato proprio, ovvero un reato che può essere commesso soltanto da una persona che abbia un particolare vincolo nei confronti del soggetto passivo.
Si configura il reato di maltrattamenti in famiglia quando il fatto è commesso nei confronti di figli, dei genitori, del coniuge o di altri familiari conviventi.
I maltrattamenti costituiscono un reato abituale, le condotte devono essere ripetute, pertanto i fatti acquistano rilevanza penale a seguito della loro reiterazione nel tempo.
La Corte di Cassazione ha chiarito che i comportamenti oggetto del reato di maltrattamenti non devono per forza essere realizzati per un tempo prolungato, ma è sufficiente la loro ripetizione anche in ambiti temporali circoscritti. E’ proprio per questo motivo che la Corte di Cassazione, ha ritenuto che due soli episodi non possono essere considerati sufficienti per integrare il reato; in questo caso infatti mancherebbe la caratteristica dell’abitualità che la norma richiede.
Chi é la vittima del reato?
L’art 572 cp sanziona chi maltratta un suo familiare, un convivente, una persona sottoposta alla sua autorità o affidata a lui per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o per l’esercizio di una professione.
Le pene sono più severe se il fatto è commesso in presenza o in danno di minorenne, di donna in gravidanza o di persona con disabilità.
La pena è ulteriormente aumentata se dal fatto deriva una lesione personale o la morte della vittima.
Cosa é il codice rosso
Con la Legge n. 69/2019 anche nota come “Codice Rosso” il legislatore è intervenuto su alcune fattispecie esistenti prevedendo degli inasprimenti di pena e introducendo nuove fattispecie di reato.
È stata introdotta la nuova fattispecie di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (cd. revenge porn), così come per il reato di maltrattamenti è stata prevista una pena diversa e più severa.
Il termine “codice rosso” deriva dal termine dato all’urgenza medica con la quale vengono trattati alcuni casi rispetto ad altri.
Obiettivo della Legge è quello di garantire priorità assoluta in ambito investigativo ad alcuni reati, tenuto conto del loro allarme sociale e delle conseguenze per la vittima.
Quando è commesso uno tra i reati compresi all’interno del codice rosso, il Pubblico Ministero e le Forze dell’Ordine si dovrebbero attivare immediatamente.
Maltrattamenti in famiglia e convivenza
Questo reato punisce chi maltratta una persona della famiglia o un convivente.
Dobbiamo capire se la convivenza è sempre considerata un requisito necessario o meno.
In una recente sentenza la Corte di Cassazione la stabilito che il reato di maltrattamenti in famiglia sussiste in tutti i casi in cui, siano rimasti rapporti di stabile frequentazione e di solidarietà magari dovuti alle comuni esigenze di accudimento e di educazione dei figli anche se la convivenza si sia interrotta.
Nel caso preso in esame dalla Corte due ex coniugi avevano mantenuto, nonostante la sentenza di divorzio, un rapporto stabile e continuativo nell’interesse dei figli.
Quale è la differenza tra maltrattamenti e stalking
Ma se la convivenza non sempre è l’elemento che caratterizza i maltrattamenti, bisogna comprendere quale sia la differenza tra questo reato ed il reato di atti persecutori, cosiddetto “stalking”.
La Cassazione ha chiarito che i comportamenti vessatori perpetrati dall’autore del reato integrano il reato di maltrattamenti in famigliae non anche quello di “stalking”, se i legami derivanti dal precedente rapporto intercorso tra le parti non più conviventi, restano integri o comunque solidi ed abituali nonostante il cessare della convivenza.