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Per contrastare l’emergenza COVID-19 il Governo ha imposto la chiusura di tutte le attività commerciali non essenziali, che pertanto vedranno una riduzione di fatturato: la crisi economica dovuta all’emergenza sanitaria si ripercuote così anche sulle locazioni commerciali.
I conduttori in difficoltà, tuttavia, hanno diverse soluzioni a loro tutela.
In primo luogo il Decreto 18 del 17 marzo 2020 prevede un credito di imposta del 60% riconosciuto a tutti i conduttori che abbiano dovuto sospendere le proprie attività per via delle restrizioni a prevenzione del contagio.
Oltre a tale detrazione, il conduttore che versi in difficoltà a causa della chiusura della propria attività, potrà chiedere una riduzione dal pagamento del canone, la risoluzione del rapporto contrattuale oppure esercitare il diritto di recesso anticipato.
Qualora si verifichino eventi che rendano eccessivamente oneroso il contratto e sproporzionatamente gravoso l’adempimento in capo ad uno dei contraenti, le parti possono infatti modificarne equamente le condizioni: il locatore potrà così essere invitato a rinegoziare il contratto di locazione fino al perdurare della crisi economica.
Come seconda soluzione, la legge sulle locazioni commerciali consente al conduttore, qualora ricorrano “gravi motivi” di recedere dal contratto, salvo preavviso di 6 mesi o termine inferiore pattuito nell’accordo.
Infine, come estrema ratio, se la prestazione di una delle parti diviene eccessivamente onerosa per il verificarsi di avvenimenti straordinari e imprevedibili, la parte che deve tale prestazione può domandare la risoluzione del contratto ai sensi dell’art. 1467 c.c: in questo caso l’iniziativa del conduttore porterebbe allo scioglimento del rapporto contrattuale.
Articolo pubblicato su ECO DI BIELLA 20 aprile 2020