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Dopo tanto parlare arriva finalmente l’ “App Immuni”, l’applicazione proposta dal Governo per contenere il contagio da Covid-19 tracciando i contatti con persone risultate positive al virus.
Per installare l’applicazione sul proprio smartphone si deve accettare l’informativa sulla privacy, dichiarare di avere almeno 14 anni, indicare Regione e Provincia di residenza ed acconsentire all’utilizzo del Bluetooth e della posizione GPS.
Per funzionare, infatti, l’App necessita della connessione bluetooth sempre attiva.
Ad ogni dispositivo su cui è installata l’App, viene associato un codice alfanumerico casuale: si tratta di un codice privo di riferimenti alla persona o al cellulare che, addirittura, varia continuamente a totale garanzia della privacy.
Quando si entra in contatto con un’altra persona che possiede la App Immuni, i cellulari si scambiano questo codice tramite bluetooth: non viene dunque salvato nessun dato personale come nome, cognome, email o numero di cellulare.
Con questa applicazione si possono ricostruire i contatti fra le persone, anche quelli casuali, come gli incontri nei negozi.
Chi risultasse positivo al test può volontariamente darne comunicazione all’Autorità Sanitaria che é il solo soggetto autorizzato a trasmettere un avviso a chiunque abbia incontrato quella persona abbastanza a lungo e abbastanza vicino da essere in pericolo.
In nessun caso il mittente o i destinatari sapranno da chi arriva né a chi è diretto l’avviso.
Ognuno è libero di scegliere se installare l’App Immuni: questa applicazione potrebbe a prima vista sembrare un attacco alla privacy, ma consideriamo che ogni giorno ognuno di noi condivide liberamente i propri dati personali sui Social Network.
Ad ogni modo, questo strumento sarà utile solo se almeno il 60% della popolazione deciderà di utilizzarlo.
Articolo pubblicato su ECO DI BIELLA 15 giugno 2020