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Mancavano solo più i Decreti attuativi per rendere completamente operativo il sistema di diritti a tutela delle coppie omosessuali, introdotto lo scorso anno con la Legge Cirinnà.
Il 14 gennaio 2017 il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera a tre Decreti attuativi finalizzati a chiarire i punti oscuri della legge del maggio 2016.
Finora, infatti, a garantire i primi sì scambiati in Italia aveva provveduto solo un Decreto ponte.
Ora invece la copertura normativa è offerta da tre Decreti attuativi che adeguano le norme sul piano civile, penale e di diritto internazionale.
Innanzitutto è stata esplicitata la possibilità di trascrivere nel registro delle unioni civili italiane i matrimoni omosessuali contratti all’estero, anche se celebrati prima dell’entrata in vigore della Legge Cirinnà.
Per adempiere a questo incarico, il sindaco può delegare le funzioni di ufficiale dello stato civile a consiglieri o assessori comunali.
In analogia con quanto previsto per il matrimonio, anche per le unioni civili viene ora consentita la celebrazione in nave o in aereo, ma solo se vi è pericolo di vita dei partner.
Nel caso in cui un cittadino italiano voglia contrarre un’unione civile con una persona dello stesso sesso di un Paese straniero che non riconosce le unioni civili, non è richiesto un nulla osta da parte dello Stato estero, ma sarà sufficiente un certificato di stato libero, o addirittura un’autocertificazione soggetta al controllo delle autorità italiane.
Vengono inoltre confermati per le coppie omosessuali unite civilmente gli stessi diritti previsti per i coniugi in tema di pensione di reversibilità e diritto ereditario: converge pertanto la disciplina del matrimonio e quella dell’unione civile pur mantenendo alcune differenze, come in tema di fedeltà non obbligatoria per le coppie omosessuali.
Articolo pubblicato su ECO DI BIELLA 23 gennaio 2017