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Una volta presa la decisione di separarsi , comunicare la notizia ai figli un momento delicato che richiede attenzione per rendere l’evento accettabile non troppo doloroso: in questo articolo vedremo quali sono gli errori più ricorrenti da evitare e i consigli dell’avvocato matrimonialista.
Quando i genitori decidono di interrompere il loro percorso di vita insieme, non devono mai perdere di vista l’irrinunciabile necessità di proteggere la serenità del figlio. Come spiegare i motivi della separazione, è quindi uno dei primi interrogativi che bisognerebbe porsi.
Quando comunicare la separazione ai figli
ci sono alcune situazioni in cui può essere opportuno che la separazione avvenga senza alcuna spiegazione ai figli, in modo indicativo fino ai 3\ 4 anni, in quanto i bambini non hanno gli strumenti per comprendere il significato del termine “separazione dei genitori”: a quest’età, anche selezionando con la massima cura ogni singola parola, la comunicazione potrebbe creare un disorientamento, senza peraltro raggiungere l’obiettivo di riuscire a far capire cosa sta accadendo.
Quando invece il figlio è un po’ più grande e in età tale da comprendere, è necessario trovare le parole giuste per spiegare perché ci si separa.
Gli errori più comuni nella comunicazione della separazione ai figli
Gli errori gravi che possono gettare il bambino in uno stato di vero sconforto sono due: mettere in cattiva luce l’altro e cercare di portare il figlio dalla propria parte incoraggiandolo a prendere le distanze dall’altro genitore.
Non bisogna dimenticare che il bambino ama entrambi e che esercitare su di lui una pressione psicologica affinché in qualche modo si schieri per l’uno o per l’altro rappresenta una forma di violenza. Sarà necessario dire subito che uno dei due genitori si trasferirà in una altra casa perché con i bambini è giusto sottolineare anche le cose ovvie.
In ogni caso non si dovrà mai screditare l’altro genitore, mai mettere in discussione il suo valore, non parlare al figlio di tradimenti od eventuali torti subiti, non farsi vedere disperati e non parlare della propria sofferenza; infine bisogna assolutamente evitare di “ricattare” il bambino quando si prepara ad andare con l’altro genitore e non cercare di comprare l’affetto con regali o altre forme di compiacimento materiale.
Il rischio peggiore è quello di provocare nei figli quello che gli psicologi chiamano “conflitto di lealtà” ossia la pressione morale e psicologica del bambino di schierarsi a favore dell’uno o a favore dell’altro genitore e il conseguente senso di frustrazione e di colpa legato al bisogno di non far soffrire nessuno dei due.
In caso di dubbi, è sempre meglio consultare un bravo avvocato matrimonialista.
I consigli dell’Avvocato matrimonialista Laura Gaetini
Se il bambino è molto piccolo come ci si dovrebbe comportare quindi?
Bisogna continuare a garantire la possibilità di stare spesso anche con il genitore non affidatario, che di solito è il padre. Il bambino apprenderà così che il padre non vive più nella casa con lui però saprà che quel padre c’è ancora e c’è sempre.
Solitamente i bambini più sono piccoli, meglio si adattano alle nuove consuetudini senza risentirne, certo questo avviene a patto di non esporli a scenate, urla o giochi al massacro.
Quando invece i figli sono in età tale da poter comprendere, è preferibile una comunicazione aperta, chiara e trasparente, trovando le parole giuste per spiegare perché ci si separa.
Con semplicità i genitori dovrebbero dire che, pur volendosi bene, non desiderano più vivere nella stessa casa; si dovrà poi evidenziare che l’affetto che entrambi provano per il figlio rimarrà invariato e che il figlio potrà sempre contare su entrambi. Queste parole dovranno in seguito sempre essere confermate dai fatti.
È diffusa la convinzione che sia meglio che i genitori comunichino insieme ai figli l’intenzione di separarsi. In alcuni casi, tuttavia, può essere più opportuno che ciascun genitore parli a tu per tu con il figlio: in questo modo si elimina il cosiddetto “effetto triangolo” che trova la sua più deleteria espressione nell’impulso del bambino di allearsi con uno dei genitori a discapito dell’altro.
Basta infatti uno sguardo più triste, un’inflessione di voce più accorata, un’accusa velata all’altro coniuge ed il bambino potrebbe percepirlo e schierarsi con il genitore che si dimostra più debole e/o “vittima” della decisione di procedere con la separazione.
Per evitare questo effetto, sarebbe necessario concordare il contenuto della conversazione: i genitori dovranno dire più o meno la stessa cosa, sia pure in momenti diversi.
In certi casi viene detto che una volta separati i genitori non dovrebbero creare occasioni per stare tutti insieme in quanto potrebbero generare false illusioni nei figli: in realtà non c’è una risposta che valga in assoluto.
Tutto dipende dal rapporto che c’è tra i genitori: se questi hanno mantenuto un legame amichevole, non vi sono controindicazioni che qualche volta i genitori separati stiano ancora tutti insieme con i figli in occasione di una ricorrenza, una festa, o semplicemente una cena.
Se invece tra i genitori vi sono ancora conflitti e rancori è meglio evitare incontri in quanto il figlio avvertirebbe una negatività che potrebbe farlo stare male.
Nel momento in cui subentra un’altra persona nella vita di uno o di entrambi i genitori si deve comunicare subito al figlio?
La conoscenza di un nuovo compagno o di una nuova compagna dei genitori dovrà avvenire in modo il più possibile graduale.
Si può cominciare vedendosi fuori casa, per esempio ai giardini pubblici e poi si potrà organizzare un evento anche alla presenza di altre persone.
Non bisogna in nessun caso forzare la mano ma attendere con pazienza che i tempi siano maturi.
Le nuove figure introdotte dovrebbero essere poco invadenti.
Conclusioni
comunicare la separazione i figli un compito difficile ma necessario per tutelare il loro benessere emotivo: è importante essere sinceri chiari con i figli, evitando di creare false speranze di nascondere la verità bisogna anche assicurarsi che i figli sappiano che la separazione dei genitori non è colpa loro e che entrambi i genitori continueranno ad essere presenti, ad amarli e a prendersi cura di loro.
Infine è fondamentale ascoltare le loro emozioni rispondere alle loro domande in modo onesto sensi: solo così figli potranno elaborare il cambiamento in modo sano e costruttivo ed elaborare adeguatamente questa nuova fase della loro vicenda familiare, anche se i genitori non vivono più insieme.