Nel percorso di separazione o divorzio, la tutela dei figli minorenni è uno degli snodi più delicati e centrali.
I tempi di permanenza con uno o con l’altro genitore è purtroppo il terreno sul quale i genitori conflittuali combattono le più tristi battaglie.
In questo ambito, l’ascolto del minore rappresenta un principio fondante del diritto di famiglia italiano, supportato sia dalle norme nazionali sia da quelle internazionali. La finalità è chiara: proteggere e valorizzare bisogni, sentimenti e opinioni dei bambini e dei ragazzi nelle decisioni che li riguardano. Il minore, infatti, non è un semplice spettatore delle vicende familiari, ma una persona con un proprio punto di vista e con il diritto di esprimerlo su questioni decisive per la sua vita, come la separazione dei genitori e l’organizzazione dell’affidamento.
L’avvocato matrimonialista e l’avvocato divorzista potrà rappresentare cosa si intende per ascolto del minore, come viene applicato nei procedimenti di separazione e divorzio e perché è essenziale trovare il corretto equilibrio tra il diritto del bambino a essere ascoltato e la tutela della sua serenità psicologica.
Cosa si intende per ascolto del minore?
L’ascolto del minore è un diritto riconosciuto al minore che ha compiuto 12 anni, che può così manifestare liberamente il proprio pensiero rispetto alle decisioni che lo interessano direttamente. Questo diritto deriva dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989 (ratificata in Italia con la legge n. 176/1991). La Convenzione stabilisce che ogni minore capace di discernimento ha il diritto di esprimere la propria opinione in tutte le questioni che lo riguardano e che tale opinione deve essere considerata in relazione alla sua età e maturità.
Come emerge dalle casistiche dell’avvocato matrimonialista e dell’avvocato divorzista, nei procedimenti di separazione o divorzio, l’ascolto è finalizzato a far sì che scelte come l’affido, la residenza abituale, i tempi di permanenza con ciascun genitore e le modalità di visita siano prese tenendo conto delle reali esigenze del minore. Tutto ciò dovrebbe avvenire evitando che il bambino venga esposto a pressioni, condizionamenti o conflitti di lealtà.
La normativa italiana sull’ascolto del minore
In Italia, il diritto del minore a essere ascoltato trova riferimento soprattutto nell’articolo 12 della Convenzione di New York e nelle norme del Codice Civile in materia di affidamento.
In particolare: la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia: riconosce al minore capace di discernimento il diritto di esprimere liberamente la propria opinione e impone che questa sia valutata in modo adeguato alla sua età e maturità.
L’Art. 155-quater codice civile (oggi confluito nelle norme sull’affidamento): prevede che il minore che ha compiuto 12 anni debba essere ascoltato dal giudice, salvo che ciò risulti pregiudizievole per il suo equilibrio psicologico.
La legge, però, non impone un ascolto automatico in ogni situazione, l’ avvocato matrimonialista e dell’avvocato divorzista spiegherà come spetta al giudice valutare, caso per caso, se e come procedere, in base all’età, alla maturità e alle condizioni emotive del minore. In alcuni casi può essere preferibile un ascolto mediato da professionisti esperti.
Modalità di ascolto nel procedimento di separazione o divorzio
Di norma l’ascolto del minore avviene attraverso tre principali modalità:
- Ascolto diretto da parte del giudice
Quando il minore ha almeno 12 anni (o anche meno, se ritenuto sufficientemente maturo), può essere sentito direttamente dal giudice. L’audizione si svolge direttamente in udienza ( i genitori tuttavia non sono presenti), con l’obiettivo di favorire un’espressione autentica e non condizionata. L’opinione del minore viene considerata dal giudice nel quadro del suo “miglior interesse”. - Intervento di un esperto psicologo o consulente tecnico (CTU/CTP)
In situazioni particolarmente complesse, oppure quando il minore è molto piccolo o vulnerabile, il giudice può nominare un esperto. Lo specialista ascolta il minore con tecniche adeguate all’età, valuta il suo stato emotivo e riferisce poi al giudice elementi utili in modo neutrale e professionale. - Ascolto indiretto tramite adulti di riferimento
Se il bambino non è in grado di esprimere un’opinione chiara, il giudice può ricavare informazioni indirettamente: attraverso i genitori, gli insegnanti o altri adulti che lo conoscono bene. Anche in questo caso, il supporto di un esperto può essere determinante per interpretare correttamente i segnali del minore
Perché l’ascolto del minore è così importante?
Come potrà illustrare l’avvocato matrimonialista e l’avvocato divorzista, l’ascolto non è un rito formale: è uno strumento che riconosce dignità e centralità al minore. I suoi benefici sono molteplici:
- Tutela effettiva dei diritti del minore
Consentire al bambino di esprimersi significa trattarlo come soggetto di diritto, rispettandone identità e dignità, non come mero destinatario di decisioni altrui. - Comprensione autentica di bisogni e desideri
Ogni minore vive la separazione in modo personale. Ascoltarlo aiuta a capire paure, aspettative e necessità concrete, evitando decisioni “standard” lontane dalla sua realtà. - Decisioni più consapevoli e aderenti alla realtà familiare
Nei casi di conflitto genitoriale, la voce del minore può offrire al giudice informazioni decisive per scegliere soluzioni davvero utili al suo benessere. - Protezione dell’equilibrio emotivo
Essere ascoltato in modo corretto e sicuro riduce ansia e senso di impotenza. Il minore percepisce di non subire passivamente gli eventi, ma di essere considerato.
I limiti e le cautele necessarie
Per quanto fondamentale, l’ascolto del minore va gestito con estrema attenzione. Non sempre un bambino è in grado di esprimere una volontà libera e consapevole, soprattutto se vive un forte conflitto tra i genitori o se è emotivamente fragile. In queste situazioni, l’audizione diretta potrebbe aumentare stress e confusione oppure esporlo a pressioni indebite.
Inoltre, l’opinione del minore non coincide automaticamente con la decisione finale. Il giudice deve sempre valutare il miglior interesse del minore, che può anche non corrispondere alla sua preferenza momentanea. La sua voce è importante, ma non è un potere decisionale assoluto.
Conclusioni
L’ascolto del minore nei procedimenti di separazione e divorzio è un passaggio essenziale per assicurare decisioni rispettose dei suoi diritti e realmente orientate al suo benessere. Le norme italiane e internazionali impongono che il minore venga coinvolto in modo adeguato alla sua età e maturità, con modalità che preservino la sua stabilità emotiva.
Riconoscere il suo diritto a essere ascoltato non significa delegargli la scelta finale, ma garantire che la sua prospettiva sia parte integrante del percorso decisionale, eventualmente con il supporto di professionisti. Un ascolto corretto non solo tutela i diritti del minore, ma contribuisce anche a ridurre l’impatto psicologico di una fase familiare particolarmente delicata.
Coinvolgimento Attivo
Nel contesto di un processo di separazione o divorzio, uno degli aspetti più delicati e fondamentali riguarda la tutela dei diritti e del benessere dei figli minori. L’ascolto del minore è un principio cardine del diritto di famiglia italiano, previsto dalla legislazione nazionale e internazionale, che ha come obiettivo principale la protezione e la valorizzazione delle esigenze e delle opinioni dei minori nelle decisioni che li riguardano. Il minore non è semplicemente un soggetto passivo delle vicende familiari, ma un individuo che ha il diritto di esprimere la propria opinione su questioni significative che riguardano la sua vita, come la separazione dei genitori e la custodia.
In questo articolo, esploreremo in dettaglio il concetto di ascolto del minore, la sua applicazione nel contesto di separazioni e divorzi, e l’importanza di garantire il giusto equilibrio tra il diritto del minore di essere ascoltato e la protezione della sua integrità psicologica.
Cos’è l’Ascolto del Minore?
L‘ascolto del minore è un diritto riconosciuto al bambino, che gli consente di esprimere la propria opinione in merito a decisioni che lo riguardano direttamente. Questo diritto trova la sua base nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989 (ratificata dall’Italia con legge n. 176 del 1991), che stabilisce che ogni minore capace di discernimento abbia il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni in tutte le questioni che lo riguardano, e che queste opinioni debbano essere prese in considerazione in funzione dell’età e della maturità del minore.
Nel contesto di un procedimento di separazione o divorzio, il diritto del minore a essere ascoltato è finalizzato a garantire che le decisioni relative alla sua vita (come l’affido, la residenza, il diritto di visita e i tempi di permanenza con ciascun genitore) vengano prese tenendo conto delle sue reali necessità e desideri, senza che venga messo sotto pressione o manipolato da una delle parti coinvolte nel procedimento.
La Legge Italiana sull’Ascolto del Minore
In Italia, il diritto dell’ascolto del minore è disciplinato principalmente dall’articolo 12 della Convenzione di New York sui diritti del bambino e dall’articolo 155-quater del Codice Civile, che stabilisce che il minore che abbia compiuto i 12 anni debba essere ascoltato dal giudice, sempre che ciò non sia ritenuto dannoso per il suo equilibrio psicologico.
In particolare:
- Articolo 12 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia: Il bambino che è capace di discernimento ha diritto di esprimere liberamente la propria opinione in tutte le questioni che lo riguardano, e tale opinione deve essere presa in considerazione in funzione della sua età e maturità.
- Articolo 155-quater del Codice Civile italiano: Introduce l’obbligo di ascolto del minore di età superiore ai 12 anni nel contesto di procedimenti che riguardano la separazione e il divorzio dei genitori.
Tuttavia, la legge stabilisce che l’ascolto del minore non deve avvenire in ogni circostanza: il giudice deve valutare caso per caso, in base all’età e alla maturità del minore, se sia opportuno sentire direttamente il bambino o se l’ascolto possa avvenire attraverso l’aiuto di un esperto psicologo o consulente.
Come Viene Ascoltato il Minore?
Nel contesto di un procedimento di separazione o divorzio, l’ascolto del minore avviene generalmente attraverso uno dei seguenti meccanismi:
- Ascolto Direttamente dal Giudice: Se il minore ha compiuto 12 anni, può essere ascoltato direttamente dal giudice, che terrà conto della sua opinione in merito alla scelta del genitore con cui vivere e ai diritti di visita, sempre nel rispetto del principio del miglior interesse del bambino. In questo caso, l’ascolto avviene in un ambiente protetto, dove il giudice cerca di creare un clima favorevole alla libera espressione del minore.
- Intervento di un Esperto Psicologo o Consulente Tecnico di Parte (CTP): In alcuni casi, il giudice può decidere di non ascoltare direttamente il minore ma di avvalersi di un esperto psicologo o di un consulente tecnico. Questi professionisti hanno il compito di valutare le condizioni psicologiche del bambino, ascoltarlo in un contesto appropriato e riportare la sua opinione al giudice in modo neutrale e professionale. La consulenza tecnica è spesso utile quando il minore è molto piccolo o quando la sua capacità di discernimento è ancora incerta.
- Ascolto Indiretto (Testimonianza dei Genitori): Nei casi in cui il minore sia molto piccolo o non in grado di esprimere una propria opinione chiara, l’ascolto può avvenire indirettamente attraverso il racconto e la testimonianza dei genitori, degli insegnanti o degli altri adulti di riferimento che conoscono bene il minore. In questa fase, l’intervento di un esperto può comunque essere decisivo per la valutazione del suo benessere psicologico.
L’Importanza dell’Ascolto del Minore
L’ascolto del minore è essenziale per diverse ragioni, che vanno oltre la semplice partecipazione al processo legale. Si tratta di una pratica che riconosce al bambino la sua dignità e il suo diritto ad essere coinvolto nelle decisioni che influiscono sulla sua vita, proteggendo al contempo il suo benessere emotivo e psicologico. Ecco alcune delle ragioni per cui l’ascolto del minore è cruciale:
- Tutela dei Diritti del Minore: L’ascolto del minore è una manifestazione concreta del suo diritto di esprimersi su questioni che lo riguardano. Garantire che la sua voce venga ascoltata significa rispettare la sua dignità e considerarlo come un soggetto di diritto, e non come un semplice “oggetto” delle decisioni degli adulti.
- Conoscenza dei Bisogni e Desideri del Minore: Ogni bambino ha esigenze uniche e, nel contesto di una separazione o divorzio, la sua opinione sulle dinamiche familiari può rivelarsi fondamentale per garantire che il suo benessere emotivo e psicologico non venga compromesso. Ascoltare il minore consente ai giudici di comprendere meglio la sua visione della situazione e le sue necessità.
- Miglioramento del Processo Decisionale: Quando i genitori sono in conflitto, ascoltare direttamente il minore può permettere al giudice di fare scelte più informate e consapevoli, evitando soluzioni che potrebbero non rispondere realmente alle necessità del bambino.
- Protezione della Stabilità Emotiva del Minore: Consentire al minore di esprimersi in un contesto sicuro e protetto permette di ridurre il rischio di confusione e stress psicologico. Sentirsi ascoltati può anche rappresentare un fattore di stabilità per il bambino, che si sente meno vittima di una situazione che lo travolge.
Limiti dell’Ascolto del Minore
Sebbene l’ascolto del minore sia fondamentale, ci sono alcune considerazioni da fare riguardo ai limiti e alle modalità di attuazione. Non sempre il minore è in grado di esprimere un’opinione consapevole, in particolare quando si trova in una situazione di conflitto tra i genitori o quando ha una personalità fragile. In tali casi, il giudice deve fare molta attenzione nel valutare se l’ascolto diretto sia davvero nell’interesse del bambino, evitando di esporlo a pressioni o manipolazioni emotive da parte di uno dei genitori.
Inoltre, il giudice ha l’obbligo di considerare il miglior interesse del minore, che può non coincidere con la sua preferenza. L’opinione del bambino viene valutata in relazione alla sua età, maturità, e alle circostanze del caso, e non costituisce un diritto assoluto a decidere autonomamente.
Conclusioni
L’ascolto del minore nelle cause di separazione e divorzio è un aspetto fondamentale per garantire che le decisioni riguardanti la sua vita siano giuste e rispettose dei suoi diritti. La legge italiana e le normative internazionali stabiliscono che il minore deve essere ascoltato in modo adeguato, tenendo conto della sua età, maturità e delle circostanze particolari del caso. Pur riconoscendo il diritto del minore a esprimere la propria opinione, il giudice deve sempre operare nel suo miglior interesse, valutando se l’ascolto diretto sia opportuno e se la sua opinione debba essere integrata con il supporto di esperti psicologi e consulenti. Un corretto processo di ascolto del minore non solo tutela i suoi diritti, ma contribuisce anche a minimizzare il trauma psicologico derivante da un processo familiare delicato.







