Ormai cani e gatti sono veri e propri membri della famiglia: c’è chi organizza per loro feste di compleanno, chi li porta a spasso in passeggino.
E’ naturale quindi preoccuparsi delle loro sorti in caso di separazione coniugale: a chi sono affidati cani e gatti se ci si separa?
Ad oggi non esiste ancora una specifica disciplina giuridica che regoli il tema, anche se da anni è ferma in Parlamento una proposta di legge sull’affido degli animali domestici in caso di separazione.
La soluzione più semplice sarebbe definire l’affido ed il contributo alle spese di cane o gatto mediante scrittura privata o con una clausola della separazione consensuale.
Se però i coniugi (o i conviventi) non riescono a trovare un accordo, la questione può essere rimessa al Giudice che ha il potere, ma non l’obbligo, di intervenire: non essendo il tema ancora stato regolamentato dalla legge, infatti, la scelta se pronunciarsi o meno in tema di affido di animali é lasciata alla discrezionalità (e alla sensibilità) del Giudice.
In alcuni casi, ad esempio in presenza di figli minori, i Tribunali hanno dato valore al legame affettivo creatosi tra il bambino e l’animale, che dunque è stato lasciato nella casa familiare insieme al genitore convivente con i figli.
In altri casi, invece, è stato disposto l’affido condiviso anche del cane o gatto, con obbligo di dividere al 50% le spese per pappe, vaccini e veterinario, a prescindere da chi risulti intestatario in base ai documenti anagrafici o al microchip. Il disegno di legge propone invece, in mancanza di accordo, di affidare l’animale al coniuge (o convivente) che ne garantisca il miglior benessere psicofisico, sentite le parti, se del caso i figli, o anche gli esperti di comportamento animale, mettendo così al primo posto il benessere dell’amico a 4 zampe.
Articolo pubblicato su ECO DI BIELLA 12 settembre 2022