Categorie:
Rischia una condanna per accesso abusivo a sistema informatico il partner che entra nel profilo Facebook dell’altro, anche quando è a conoscenza del nome utente e della password perché le credenziali di accesso gli sono state comunicate in precedenza.
Vi è di più: si rischia addirittura il reato di sostituzione di persona.
Questa è la conclusione a cui è giunta la Cassazione con due recenti sentenze.
La prima vicenda ha visto confermare la condanna nei confronti di un uomo per il reato da lui commesso tramite accesso al profilo FB della moglie utilizzando nome utente e password a lui noti. La Corte ha ritenuto che il fatto di essere a conoscenza delle chiavi di accesso al social network della moglie, quand’anche fosse stata proprio la moglie a renderle note offrendo in passato un’implicita autorizzazione all’utilizzo, non esclude comunque il carattere abusivo degli accessi effettuati in un momento successivo.
Mediante tali accessi, infatti, si è ottenuto certamente un effetto contrario alla volontà della persona offesa ed esorbitante rispetto a qualsiasi possibile autorizzazione.
Alla stessa conclusione, la Cassazione è giunta anche con una seconda sentenza, pronunciandosi sul ricorso di un uomo condannato anche per il reato di sostituzione di persona: oltre ad essersi introdotto abusivamente nel profilo FB e nell’email dell’ex moglie, infatti, l’imputato aveva pure modificato la password e, per creare un danno alla ex, si era a lei sostituito fingendosi titolare del profilo e scrivendo frasi ed epiteti ingiuriosi al nuovo fidanzato.
Nonostante le doglianze dell’uomo, le indagini tecniche avevano dimostrato come gli accessi abusivi ai profili della persona offesa fossero stati effettuati da indirizzi IP tutti riconducibili all’utenza telefonica intestata all’imputato.
Articolo pubblicato su ECO DI BIELLA 28 gennaio 2019