La misura dell’affido familiare è stata introdotta per tutelare dei diritti dell’infanzia e viene attuata quando un minore vive in una famiglia che si trova in una situazione di difficoltà temporanea. La legge prevede che il minore venga dato in affido a qualcuno che possa garantirgli una crescita sana ed equilibrata.

L’affido familiare è pensato come una misura temporanea, che dura finché la famiglia di origine si trova in difficoltà e cessa nel momento in cui vengono meno gli impedimenti che l’hanno reso necessario. Di fatto, la famiglia affidataria non si sostituisce alla famiglia di provenienza, tuttavia può capitare che non si creino le condizioni perché il minore rientri nella famiglia di origine e quindi si decida la proroga dell’affido.

Per la scelta degli affidatari viene data la precedenza a una famiglia con minori, altrimenti una persona singola. I soggetti affidatari vengono cercati prima tra i parenti del minore fino al quarto grado e poi a una coppia o una persona singola che non ha legami di parentela con la famiglia di origine. In questo caso si parla di affido eterofamiliare o extra-familiare. Chi desidera prendere un minore in affido deve comunicare la propria disponibilità ai servizi socio-assistenziali locali, che hanno il compito di valutare l’idoneità della coppia o della persona richiedente. Se non c’è una famiglia o una persona disponibile ad accogliere il minore, le alternative sono una comunità familiare o un istituto di assistenza.

Se la situazione della famiglia di origine lo permette e i genitori sono entrambi d’accordo, spetta ai servizi sociali stabilire la necessità dell’affido familiare, che viene poi reso esecutivo dal giudice tutelare. Se invece manca il consenso dei genitori, in contesti familiari particolarmente difficili, l’affido viene deciso dal Tribunale dei Minori. In ogni caso se il minore ha compiuto 12 anni deve essere sentito dal giudice.

La durata dell’affido familiare varia in base alle esigenze del minore e della famiglia di provenienza. Può durare fino a due anni ed è prorogabile finché si creano le circostanze per il rientro in famiglia. Se il rientro non fosse possibile, l’affido diventa sine die e termina con la maggiore età. Tuttavia, se durante il periodo di affido il minore dovesse acquisire lo stato di adottabilità, la famiglia affidataria può fare domanda per l’adozione: l’affidamento temporaneo in questo caso può essere trasformato in affidamento preadottivo.

Gli avvocati familiaristi dello Studio Avvocato Laura Gaetini forniscono assistenza specializzata in materia di affido familiare.